Venezia non è riuscita ad emozionarmi
La passerella non attraccata tra il vaporetto e la palafitta mi ha fatto assistere ad una scena terribile. Un episodio che difficilmente riuscirò a dimenticare. Vedere scivolare, nel passaggio dal vaporetto alla palafitta un visitatore, giunto a Venezia carico di entusiasmo, sbattere contro i pali e cadere in acqua, è stata una delle peggiori esperienze della mia vita, in una giornata freddissima, caratterizzata da una pioggia incessante; tutto questo solo perché a qualcuno rincresceva fare bene il proprio dovere. Nonostante l’accaduto, dopo pochissimi minuti, si continuava, con gli altri visitatori, a comportarsi nello stesso identico modo: non si attraccava la passerella! Io non ho resistito a quella noncuranza e mi sono ribellata. Se decidete di andare a Venezia state attenti che attracchino la passerella quando scendete dal vaporetto, basta davvero poco per finire in acqua!
Appena scesa dal vaporetto ho avvertito la stanchezza degli abitanti del luogo nel ricevere i moltissimi turisti che ogni giorno giungono a Venezia da ogni parte del mondo. I Veneziani gradirebbero un po’ di tranquillità, non sopportano più che la loro città venga invasa da chiunque. Traspare dalla loro indifferenza nei confronti di chi chiede loro informazioni sulla collocazione delle vie, quasi a non volere che quei posti raccontati in maniera eccelsa dai media, come P.zza San Marco, il Canal Grande, il Ponte dei Sospiri, vengano invasi di continuo. E proprio dalla confusione di quei famosi angoli di arte sono scappata pure io. Non riuscivo a cogliere nulla di bello in quel momento. Tanta gente, in fondo, forse troppa. Così ho attraversato i piccoli vicoli e mi sono trovata dall’altra parte della città, quella frequentata poco dai turisti. E lì lontano dalla calca di persone ho vissuto la Venezia di Carlo Goldoni, cordiale, gioiosa, disponibile. La Venezia che nella mischia di P.zza San Marco per il Volo dell’Aquila non riuscivo ad assaporare. La Venezia dei vicoletti mi è piaciuta molto, tra calli e campielli, piccoli canali e ponti. Mi ha trasmesso tranquillità. Ma ho trovato la città di Goldoni molto triste, ferma, immobile, lontana dalla terraferma, quasi isolata dal resto del mondo nonostante il mondo di continuo si rechi a Venezia.
Negli anni, credo che Venezia abbia avuto degli esperti pubblicitari che hanno fatto del Carnevale un punto forte per attirare un flusso enorme di visitatori. Ho vissuto Venezia proprio la domenica del Volo dell’Aquila, in P.zza San Marco, e sono rimasta molto delusa.
Il Volo dell’Aquila? A me non ha trasmesso nulla. Eppure eravamo in migliaia e tutti col naso all’insù per assistere a quel tanto declamato spettacolo. Mi aspettavo di più, molto di più, dal suo Carnevale. Le maschere più belle erano nei Caffè, probabilmente per attirare clienti nei locali. Il resto? Non ho incontrato maschere così belle come rappresentate nei tantissimi video dedicati al Carnevale di Venezia. Un Carnevale per me inesistente. Forse a causa della pioggia? Forse!
Venezia non è riuscita ad emozionarmi e il bello che c’è è quello lontano dalla confusione, nei vicoletti che portano dall’altra parte della città. La folla mi infastidisce. Non so se andrò ancora a Venezia ma se dovessi ritornarci sceglierò un momento in cui la città è più tranquilla, magari un mercoledì di un mese primaverile. In fondo una seconda possibilità dovrò darla alla Venezia romantica di cui in molti parlano. Non presto però. Un giorno.
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