Uno, nessuno e… maturando: come affrontare Pirandello agli esami di Stato

Leggere Pirandello è come mettersi davanti a uno specchio incrinato. Ti ci guardi dentro e non sai più se stai osservando te stesso o una delle tante maschere che indossi ogni giorno. Eppure, tra dubbi, risate amare e paradossi, i suoi testi continuano a parlarci con una lucidità che sorprende.

Se stai preparando l’orale dell’Esame di Stato e Pirandello ti sembra un labirinto senza uscita, questo articolo è per te.

1. Un autore in bilico tra le epoche e dentro se stesso

Luigi Pirandello nasce ad Agrigento nel 1867, quando l’Italia è ancora un giovane Paese appena unificato. Figlio della Sicilia e del suo contrasto perenne tra immobilismo e passione, cresce in un ambiente familiare colto ma inquieto. La malattia mentale della moglie segnerà profondamente la sua visione dell’esistenza, portandolo a esplorare il confine tra realtà e finzione.

Nel 1934 riceve il Premio Nobel per la Letteratura “per il suo coraggio e ingegno nel rinnovare profondamente il dramma e il teatro”. E ancora oggi, chi affronta un suo testo ne esce diverso.

2. Pirandello e le domande che non smettono mai di valere

Pirandello non offre certezze. Mette in crisi. Ti costringe a guardarti dentro e a dubitare di ogni forma di verità assoluta.

Chi siamo davvero?
Forse nessuno. O forse cento. Dipende da chi ci guarda. Ecco il nucleo di Uno, nessuno e centomila.

Come ci vedono gli altri?
Attraverso maschere. E noi stessi ci adattiamo a quei ruoli. Viviamo recitando.

Esiste una verità oggettiva?
Non per Pirandello. La verità è soggettiva, mutevole, sfuggente. Ognuno ha la sua.

La vita è una commedia?
Nel suo teatro, la finzione si confonde con la realtà. E forse, nella nostra quotidianità, non è tanto diverso.

3. I testi fondamentali: il tuo kit di sopravvivenza

Ecco cosa devi conoscere per affrontare Pirandello all’orale, spiegato in modo semplice:

  • Il fu Mattia Pascal: Mattia, dato per morto, prova a rifarsi una vita con un’altra identità. Ma non essere nessuno può essere una condanna.
    Parole chiave: identità, libertà, crisi dell’io.

  • Uno, nessuno e centomila: Vitangelo Moscarda si accorge che per gli altri è una persona diversa da quella che crede di essere. Da lì inizia il suo viaggio nella disgregazione del sé.
    Parole chiave: relativismo, maschera, alienazione.

  • Sei personaggi in cerca d’autore: sei personaggi “nati ma non finiti” irrompono in un teatro alla ricerca di qualcuno che li rappresenti. Confusione, commozione, rottura delle regole sceniche.
    Parole chiave: metateatro, finzione, incomunicabilità.

  • Novelle da ricordare:

    • Il treno ha fischiato: un impiegato riscopre la possibilità di vivere.

    • La patente: il pregiudizio come maschera imposta dalla società.

4. Pirandello all’orale: come parlarne bene

Pirandello si presta a tantissimi collegamenti e riflessioni. Ecco qualche spunto:

  • In filosofia, collegalo a Freud e alla psicoanalisi: l’inconscio, la scissione del sé, il soggetto che non si conosce fino in fondo.

  • In arte, l’Espressionismo mette in scena volti deformati dalla sofferenza interiore: proprio come i personaggi pirandelliani.

  • In letteratura straniera, Kafka, come Pirandello, descrive un uomo spaesato, oppresso da logiche incomprensibili.

  • In storia, il periodo tra le due guerre e la crisi dell’uomo moderno.

  • In educazione civica, il tema dell’identità e del rispetto delle diversità di percezione.

5. Pirandello è ancora attuale? Assolutamente sì

Pirandello ci racconta la fragilità dell’identità in un mondo che ci osserva costantemente, ci classifica, ci impone ruoli. In tempi di social media, in cui ogni profilo è una maschera costruita, Pirandello ci fa riflettere su chi siamo quando smettiamo di recitare.


📌 Box: 3 citazioni da ricordare

  1. “La vita, o la si vive o la si scrive.”

  2. “Io sono colui che mi si crede.”

  3. “È così (se vi pare).”

🎒 Box curiosità letteraria

Pirandello amava i treni. Ne parla spesso come metafora di fuga, cambiamento, destino che fischia una sola volta. E guarda caso, anche tanti studenti sognano di “prendere quel treno” una volta finito l’esame di Stato…

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