Le domande al paese, del Sud. O forse anche del Nord?
Il paese, si sa, è piccolo e la gente mormora. Quando poi questo mormorio diventa invadenza, ecco scatenarsi le “grandi domande” del luogo. Domande alle quali non potrai mai sottrarti. Sei però pronto! Sei pronto soprattutto perché accade che sin dalla tua nascita appena muovi un passo, tutti ne sono a conoscenza ancora prima che tu lo faccia.
E’ uno stile di vita! E’ naturale!
Passeggiando, perché quando sei al paese è quasi obbligatorio fare due passi, non fosse altro per goderti un po’ di tranquillità che, ahimè viene subito turbata, e anche questa volta ancora prima di varcare la soglia di casa, dall’incontro inevitabile dei molti conoscenti. In paese del resto ci si conosce tutti, almeno di vista.
Dicevo: passeggiando, si perché l’intenzione è sempre quella di fare la desiderata camminata….
E che cosa succede ad un tratto?
Occhi esterni puntati addosso e, adesso, che faccio? Saluto?
Suona assordante nella tua mente: “saluto o non saluto”? Neppure lo conosco…un saluto però non si nega a nessuno…
Improvvisamente vedi, allora, aprirsi il sipario con attori più bravi dei famosi professionisti.
Non potrai sottrarti alla scena (a meno che tu non decida di tirare dritto): quando saluti devi fermarti!
Ebbene, prima domanda alla quale ti tocca rispondere:
“dove sei”? (mi verrebbe da dire: non mi vedi? Qui di fronte a te);
seconda domanda: “quanto ti fermi”?
E successivamente una dietro l’altra, senza pudore, a raffica… alla ricerca del sapere e della conoscenza…
Le domande hanno, però, una loro genealogia.
L’inizio coincide con la tua iscrizione all’università, quando ti allontani per la prima volta dal paese. Al primo ritorno, in particolare durante le vacanze estive, prendere forma il questionario che avrà, nel corso degli anni, un lungo seguìto:
“che facoltà hai scelto”? “E quanti esami hai fatto”?
Nel corso della tua carriera universitaria, senza sosta, si prosegue:
“quanti esami ti mancano per laurearti”?
Poi finalmente ti laurei:
“ti sei laureata”? Ancora no! “Sei fuori corso”?
Arrivati alla laurea e felici per il risultato raggiunto, facendo immancabilmente la solita, irrinunciabile, passeggiata:
“allora, ti sei laureata davvero”? (E che pensavi che all’università scherzassi? Quello che si vorrebbe dire ma non si dice mai per educazione.)
Poi, man mano, negli anni il decalogo cresce:
“Sei fidanzata”? “Quando ti sposi”?
Poi ti sposi.
“Quando fai un figlio”?
Nasce il primo figlio e:
“ma ora lo lasci solo”?
Nasce il secondo figlio:
“ma non potevi aspettare”?
Il figlio cresce e se vivrà al paese anche a lui toccherà rispondere alle tue stesse domande:
è una tradizione, fa parte del costume popolare.
Dalle parole ai fatti il passo è breve.
Al paese non tutti chiedono, alcuni fanno. E fanno davvero! Sprecando tempo ed energie per soddisfare un’unica voglia: la curiosità!
Nell’era dei social, i controlli a tappeto si scatenano in rete per carpire lo svolgersi dalla tua vita.
Più potenti dei social, al paese, sono le finestre dietro le cui tende si nascondono occhi pungenti…li senti ma non li vedi. Ci sono e non ci sono. Pronti a prendere appunti su: quando esci, quando vai via e quando ritorni…
Insomma il paese è pure questa fabbrica indistruttibile di indiscrezioni che forse, in fondo, ami ancora, nonostante tutto…
E voi avete mai vissuto o vivete in un paese?
Dal paese alla città, dalla città al paese, in un giro instancabile di giostra…
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