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Bullismo, triste parola.

Bullismo. Di chi è veramente la colpa? Genitori ed insegnanti poco rigidi? Genitori troppo permissivi? È arrivato il momento di riflettere! Iniziamo nuovamente, come nell’ età preistorica, perché il periodo che viviamo non può definirsi diversamente, ad insegnare l’amore e il rispetto. Dobbiamo far capire, ma solo quando è chiaro a noi adulti, che esistono delle regole che vanno applicate. Disciplina. Disciplina. Disciplina.

Ogni giorno un nuovo caso, ovunque, nelle grandi città come nei piccoli centri. La comunità italiana e non solo, continua ad essere colpita, ininterrottamente, da atti così vili e così meschini. E’ il nostro “natìo borgo selvaggio” da anni, oramai, vittima di una così inaudita violenzaSi, selvaggio! Oggi più che mai. Non riesco a trovare un aggettivo peggiore per definire il nostro luogo, la nostra penisola, la nostra terra. Ai miei tempi (non pensavo che un giorno avrei utilizzato questa espressione, anche perché non sono poi così vecchia) gli insegnanti erano il fulcro di tutto il nostro sapere. Erano maestri di vita, maestri di esperienza. Avevamo nei loro confronti un rispetto ineguagliabile. Erano rigidi e questo, se all’età di 15 anni era fastidioso, col trascorrere dei giorni, diventava gratitudine immensa. E guai a rispondere male ad un insegnante, a casa ci aspettava il resto. Per una parola di troppo erano ceffoni e sberle. No, non era violenza. Era educazione. Era rispetto. E adesso? Adesso che tipo di società sta venendo fuori? Poco sapere, poche competenze, poca educazione, poco rispetto. Solo violenza. Violenza fisica e violenza psicologica.

E noi adulti stiamo a guardare! Permissivi, accondiscendenti…in poche parole stupidi. Oppure vogliamo lodarci di essere intelligenti? Ma quale intelligenza se non riusciamo ad opporci ad un comportamento sbagliato? La colpa è nostra. Si, nostra. Eppure abbiamo avuto regole da rispettare ma che non riusciamo a fare rispettare. Cosa avranno sbagliato, dunque, verso di noi? Perché per non riuscire a trasmettere l’importanza del rispetto, qualcosa, qualcuno, nei nostri riguardi avrà sbagliato. E vogliamo continuare così? Vogliamo tuttora tacere? Forse sarò una goccia in un oceano immenso, ma io non ci riesco più, non adesso!

E’ quel silenzio assordante che mi scuote la coscienza. E’ quel silenzio rumoroso che non riesco più ad ascoltare.

E ora di smettere! Non vi pare sia arrivato il momento? Basta col concedere tutto. Nella vita si fatica. Non tutto è dovuto. Assumiamoci le nostre responsabilità. La responsabilità, soprattutto, di dire no quando è no.

E insegniamo l’amore. Amiamo per essere amati.

Insegniamo che siamo creature fragili. Che l’apparenza non ha valore. Che la vera bellezza è quella interiore. E insegniamo che non è necessario apparire forti per essere migliori. Non serve!

Insegniamo che ognuno di noi è il solo e l’unico. E che la vita merita di essere vissuta con tutte le sue difficoltà.

Parliamo di più con i giovani, loro hanno bisogno di noi. E parliamo di più con gli anziani, noi abbiamo bisogno di loro.

Cambiamo questa nostra società prima che a cambiarci, imbruttendoci, irreversibilmente, sia l’attuale stato di cose.

Rosa Oliverio

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