Il vin brulè
Il vin brulè, in Italia settentrionale, si trova nei mercatini di Natale, servito dai baracchini, spesso è accompagnato dalle caldarroste, le castagne cotte alla brace. Il vin brulè è una bevanda calda a base di vino rosso, zucchero e spezie, tra le quali la cannella, la scorza di arancia, l’anice stellato, i chiodi di garofano e il pepe nero. E’ una bevanda fortemente ristoratrice, simbolo del periodo invernale. Il vin brulè è diffuso un po’ in tutta Europa e, generalmente, viene preparato dal periodo dell’Avvento a dicembre, fino al periodo di Carnevale a Febbraio. I suoi nomi cambiano in base al Paese: in Inghilterra viene chiamato mulled wine, in Francia vin chaud, in Germania gluhwein e nei paesi Scandinavi glogg.
Ma qual è l’origine del vin brulè?
Dobbiamo andare molto indietro nel tempo per scoprire le origini del vin brulè, agli anni in cui il gastronomo romano Marco Gavio Apicio, nel “De re Coquinaria” narrò di questo vino riscaldato e aromatizzato con spezie, in particolare con pepe, abbondantemente dolcificato con miele, da offrire a fine pasto come digestivo. Pare, però, che questa bevanda, prima che ancora a Roma, sia stata usata nell’antica Grecia. I Romani la chiamarono, poi, conditum paradoxum facendola rientrare in quelle bevande di vini corretti, manipolati, aromatizzati con erbe e cereali, fiori essiccati, frutta fresca, bacche e spezie.
Come si prepara il vin brulè?
Va prima detto che il vin brulè così come lo beviamo noi italiani arriva dalla tradizione nordica, in particolare dalla Germania e dalla Scandinavia. In Germania il vino utilizzato è rigorosamente quello rosso, in Austria, invece, e in Italia settentrionale viene utilizzato anche quello bianco.
Ingredienti:
1,5 l di vino rosso corposo
280 gr di zucchero
2 stecche di cannella
15 chiodi di garofano
2 arance, preferibilmente biologiche
1 limone
2 mele
1 pizzico di noce moscata
Bisogna lavare molto bene sia le arance che il limone e poi tagliare con attenzione la scorza. Laviamo successivamente anche le mele e affettiamole sottili. Versiamo il vino in una pentola capiente e uniamoci la cannella, i chiodi di garofano, lo zucchero, le fette di mela e le scorze degli agrumi. Infine aggiungiamo un pizzico di noce moscata. Portiamo tutto ad ebollizione per cinque minuti. Non oltre! E’ necessario sapere, infatti, che sopra gli 80° l’etanolo comincia ad evaporare andando ad impoverire il nostro vin brulè. e come la tradizione vuole, il vin brulè deve essere servito caldissimo.
Quali sono le proprietà del vin brulè?
Oltre al suo effetto riscaldante e decongestionante, il vin brulè ha un altissimo potenziale benefico sul nostro organismo. I tannini del vino, infatti, svolgono un’ottima azione antivirale, coadiuvati dai chiodi di garofano, ai quali spetta invece la funzione antibatterica. Dal canto loro, invece, le scorze di limone sono antisettiche e balsamiche. Insomma, gli ingredienti di questa ricetta sono proprio quello che ci vuole per affrontare al meglio il freddo invernale.
Come accompagnare il vin brulè?
A Natale la tradizione vuole che il vin brulè si accompagni col pandoro e col panettone, oltre che con le caldarroste. Ma un abbinamento irresistibile è sicuramente quello col cioccolato fondente.
E’ davvero delizioso il vin brulè, non a caso è resistito tutti questi anni…
Buona degustazione, allora!
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